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MACCHI M7 caccia marittimo biplano 1917 Nel quadro delle celebrazioni per il “ Memorial Agello “mi è sembrato doveroso dedicare la costruzione di uno Schneider Macchi alla ditta costruttrice di casa nostra che ha reso famosa, nel mondo aeronautico, la città di Varese.Nel contesto di un programma costruttivo che mi porta a privilegiare riproduzioni di aerei pressoché scomparsi anche dai musei aeronautici, per passione storica e la soddisfazione di ammirarli in volo realistico oltre all’ambizione di contribuire anche se con riproduzioni in scala esatta a valorizzare esemplari che sono stati punti di riferimento nel progresso del genio aeronautico. Da qui la scelta del Macchi M 7 progettato dall’ing. Tonini nel lontano 1917 e definito l’idrovolante più veloce del mondo con i suoi 210 Km /h. In possesso di ottime doti di maneggevolezza in grado di eseguire manovre acrobatiche, era un elegante biplano con ali a freccia, scafo fusoliera a fondo concavo, un solo gradino e un elica propulsiva. Nel 1920, dopo aver operato come caccia marittimo nei cieli dell’alto Adriatico vince il Meeting di Monaco ( velocità e acrobazia ) con i piloti Zanetti e Morselli. Nel 1921 quattro M7 disarmati vengono iscritti alla Coppa Schneider di Venezia e di questi l’idro di De Briganti (n° di gara 1) vincerà alla media di 189,5 Km/h. Al 3° posto l’I-BAFV di Corgnolino ( n° di gara 10 ) è precisamente quello da me riprodotto in scala 1:5. Dopo il lavoro preliminare del reperimento della documentazione grafica e fotografica attendibile, svolto con la tenacia e la puntualità del ricercatore mai soddisfatto, nell’inverno del 1984 ho iniziato la costruzione utilizzando il trittico originale della Macchi .La rara documentazione fotografica mi dava informazioni modeste della versione caccia, ma solo dall’amico Gazza ho avuto 3 immagini dell’I-BAFV che mi hanno permesso di risolvere non pochi particolari costruttivi. In aerei così antichi il più piccolo dettaglio assolveva a una funzione specifica sacrificando spesso l’estetica e la finezza aerodinamica . L’architettura d’assieme che ancor più risaltava in volo, gli conferiva un fascino armonioso tutto particolare .Il grosso ostacolo da superare era il motore Isotta Fraschini V 6, complesso e tutto in vista senza alcuna carenatura. Due mesi di lavoro per le matrici in legno dei particolari, i calchi in alabastrite e i gusci in vetro epoxi. Gusci perché al loro interno trovano posto un robusto castello motore in avional ,l’OPS 60 2 tempi a valvola posteriore ruotata di 45°per ottenere rotazione oraria e l’uso di eliche destre capovolte,la pipa di scarico in tubo d’acciaio flessibile che dal motore si innesta nella marmitta superiore da cui escono i 6 tubi di scarico funzionanti come il vero e infine un serbatoio da 300 cc. La gondola motore, completata con il radiatore dell’acqua , quello dell’olio e la pompa del carburante a mulinello si collega alla monocarena che porta l’abitacolo del pilota e i piani di coda con 4 montanti in pino profilati, con anime in dural e due diagonali il tutto collegati da viti 3 M. La fusoliera- scafo è in 2 pezzi. Il pezzo di prua con il castello motore e realizzato con 3 ordinate in compensato di pioppo infilate lungo un asse di simmetria su un tubo in vetroresina e poi sfilato una volta montati i correntini in pino e la chiglia pure in pioppo dal redan alla 1° ordinata di prua. La seconda parte della fusoliera ha le 2 fiancate a traliccio con listelli 6x6 in balsa unite da traversini 6x6 dopo averle posizionate capovolte sul piano di montaggio. L’incollaggio di semi ordinate triangolari in balsa da 3mm con un listello incastrato nel vertice formano la chiglia di coda. I due pezzi incollati con opportuni fazzoletti sono stati rivestiti con listelli di balsa da 2mm nella parte anteriore e tavolette di balsa ,5 sul traliccio di coda. Il tutto una volta lisciato è stato rivestito con modelpan pesante e mani di collante cellulosico,come pure l’interno. I piani di coda sono in balsa con centine piano convesse rovesciate sul p.o. e biconvesse simmetriche per il p.v.I contorni sono in waffer di balsa da 0,8 x 6mm piegati su sagome in compensato e opportunamente sagomati semitondi. Le parti mobili sono incernierate su tondini di tiglio da 6 mm.I comandi sono realizzati in acciaio trefolato ad eccezione del p.o. che riceve il comando da un robusto filo da freni che scorre in un bauden. Il comando motore è in acciaio armonico da 2 mm e parte da un servo in fusoliera. Dalla fusoliera escono 2 baionette in acciaio armonico da 1mm sagomate a v per il giusto diedro delle semiali inferiori che sono sfilabili. Una certa cura hanno comportato le 4 semiali a causa del profilo concavo convesso piuttosto sottile essendo quello originale del prototipo. Le centine sono in balsa quarter da 2mm in numero di 48 per le ali superiori che non hanno diedro e sono infilate e posizionate su 2 longheroni in pino 4x8 a formare una doppia t con anima in balsa a vena verticale tra centina e centina da 2mm. Le due semiali superiori sono collegate da 2 baionette da 3mm in acciaio armonico opportunamente piegate per la freccia di progetto. Gli alettoni sono stati costruiti a parte e poi incernierati e sono comandati da servi collocati all’interno delle semiali. Le semiali inferiori portano solidali 2 galleggiantini in scatola di balsa da 1,5mm e due ordinate rettangolari rivestiti in modelspan leggero e collante. Le ali superiori sono sorrette ,sopra il blocco motore , dai 4 montanti che conferiscono la configurazione biplana e da 4 montanti in pino sagomati a goccia con terminali in dural incollati con epoxi avvitati a 4 prigionieri uscenti dalle ali superiori e da 4 brugole al castello motore in aziona fresato. I tiranti sono operanti e regolando gli arridatoi si ottiene una struttura rigida e la possibilità di eliminare eventuali svergolature . Il piano orizzontale appoggia su un supporto cabana ottenuto con compensato di betulla da 0,6mm e due centine in balsa da 4mmm a profilo biconvesso simmetrico. Le velature sono ricoperte in oratex antique. Per la colorazione mi sono attenuto a quanto riportato nel testo del James “ Schneider Trophy” (pag 75 ) .Si parla di un verde pallido per la fusoliera fino alla linea di galleggiamento e un verde scuro per l’opera viva. Nero opaco per le scritte su fondo bianco per le fiancate di fusoliera e sotto le 4 ali inferiori a tutta centina. Botole d’ispezione,collimatore per mitragliatrice,manovella di avviamento,cruscotto con gli strumenti in scala ( contagiri,aerotermometro, magnetino di avviamento inclinometro cloche) e parabrezza completano i dettagli che appariranno nelle foto. L’I-BAFV ha avuto il battesimo dell’acqua e dell’aria il 30 agosto 1984 al tramonto sullo specchio del lago gaviratese prospiciente l’Isolino Virginia, nel punto esatto in cui si inabissarono i piloti Borra e Centurioine il 19 giugno 1927 con i loro fiammanti M 52. Ai comandi dell’ottimo collaudatore Max Comolli ho visto il modello filare dritto sulla lama di chiglia alzarsi dolcemente e arrampicarsi dolcemente nella luce incerta del tramonto per poi ammarare tranquillo e sicuro senza delfinare. Trecento ore di lavoro e le vacanze sacrificate hanno avuto il meritato riconoscimento nel tripudio di Desenzano davanti a tanti tanti spettatori!
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