“QUANTUM POTES TANTUM AUDE…” Sabato 12 giugno 2021 è stato il giorno fatidico del collaudo per lo S.V.A. 5. Prova di carico sul Dokker e mezza fusoliera ospitata dalla 500 del Cente e poi partenza per il campo di Gorla. Un’ora per il montaggio con 32 °C. Al termine del paziente lavoro ammiriamo un biplano da museo impreziosito dal vessillo di S. Marco. Breve prova motore e via per un rullaggio sulla pista erbosa. Con la mia adrenalina in salita sento il motore accelerare e il modello rullare per mettersi contro vento. Il grosso biplano non è un aeromodello ma un veicolo a due ruote traballante, trascinato in avanti dall’elica. La prima fase del decollo, prima che il peso passi dalle ruote sulle ali è critica, ma vedo muoversi il biplano sobbalzando dapprima lentamente sulle pesanti ruote poi più rapidamente fino al distacco dall’erba verde e dalla terra sicura. Le ali scintillanti della mia macchina volante salgono dolcemente verso il cielo virando per evitare gli alberi. Vedo il mio pilota teso e concentrato. Un attimo di distrazione può provocare un disastro. I montanti, i tiranti tesi dagli arridatoi, l’oratex delle ali sostengono i 23 Kg e tengono perfettamente ma la loro resistenza all’avanzamento è tanta. Il campo per questo modello non è grande e poco è il margine di libertà. I tanti spettatori presenti con il passaparola sono pronti con i loro tablet a catturare immagini, l’aspettativa e altissima… In alto nel cielo contro il sole le ali diventano leggere e trasparenti. La linea del corpo affusolata come il ventre di un pesce scompare e prende ora strane rassomiglianze con la libellula. Sottile l’attaccatura della coda nervosa e lunga. Dopo pochi giri il rumore del motore cambia per la marmitta che si è dissaldata quindi Umberto decide di atterrare e, a motore ridotto, lo posa sull’erba. Sento applausi e un “bravo”salire al cielo con il disco del sole basso sull’orizzonte. E’ fatta penso fra me. Finirò i galleggianti e con un motore più potente decollerà dalla pista liquida. Il realismo in volo è notevole e a terra è degno di ammirazione. Tanto lavoro e cura paziente mi hanno ampiamente ripagato! Dicevano i latini: bisogna sempre osare tutto quello che si può… Carlo Martegani
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